VISITATORI

lunedì 6 febbraio 2012

Aguasaltas.com – Un villaggio nella rete 2012



 Poco prima di essere trasferito in città, Pedro riceve una lettera da una multinazionale spagnola: se non chiuderà al più presto il sito web che ha dedicato al piccolo villaggio portoghese di Aguas Altas in cui lavora come ingegnere civile, quella stessa comunità dovrà pagare una multa di 500.000 euro per violazione di dominio. Il nome del paese, infatti, è lo stesso appena registrato di un'acqua che la grossa ditta si appresta a mettere sul mercato. La decisione sul futuro del sito spetta però a tutti i cittadini, tra favorevoli alla chiusura e fermi oppositori. Del resto, se vale una tale sanzione, perché non dovrebbe fruttare un risarcimento di uguale entità in loro favore?
La dimensione squisitamente rurale della pellicola diretta da Luís Galvão Teles risulta chiara già da quei titoli di testa che scorrono su quadri di acque e montagne, accompagnati da una musica di azzeccata armonia. Nel corso diAguasaltas.com – Un villaggio nella rete la medesima sospensione tornerà in altre occasioni a sottolineare una scena di affetto oppure un'inaspettata pausa tra le continue peripezie. Il regista orchestra, infatti, una girandola di equivoci, di piccoli incidenti e discordie sullo sfondo di un villaggio del Nord del Portogallo che diventa presto il centro di un dibattito globale, portando quasi paradossalmente il mondo in un quadro di desiderabile semplicità ormai perso. La divisione tra i cittadini descritti con gusto naïf e il controcampo delle mire spietate della multinazionale ingaggia una battaglia – prima a distanza e poi sempre più ravvicinata attraverso la figura del portavoce del primo ministro – dove lo spettatore non può che parteggiare per i primi. Nel racconto di un'avventura cui spetta il lieto fine e colma di fin troppo buone intenzioni, c'è l'invito a ritornare alle piccole cose della vita, al contatto, alla costruzione di un ponte ideale costruito verso un calore umano gelato dalla contemporaneità. Commedia fortemente derivata da modelli di stampo anglosassone calati in una terra calda come il Portogallo, la pellicola propone alcuni ritratti di personaggi eccessivamente stereotipati nella loro programmatica simpatia: la commerciante chiacchierona, il ragazzo di campagna, lo scemo del villaggio, la coppia di anziani divisa da diverse posizioni sul da farsi, il prete che arriva a dire che "se Gesù fosse stato qui anche lui avrebbe avuto un sito internet". Il progressivo avvicinamento della comunità, prima completamente refrattaria, al web – in un luogo di aggregazione sociale qual è il bar gestito dal sindaco – chiarisce quanto il bersaglio della satira non sia la cultura cibernetica, ma una più diffusa e preoccupante aridità di sentimenti.



RAPIDSHARE

Nessun commento:

Posta un commento