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mercoledì 16 novembre 2011

Fine.Pena.Mai.2008

onio Perrone è un giovane irrequieto, pieno di quella che spesso viene equivocata per voglia di vivere ma è solo spinta autodistruttiva. Nella sua esistenza fatta di droga, sballo ed auto veloci, l'unica costante è Daniela, la fidanzata dai tempi dell'università. Poco a poco Tonio diventa un piccolo boss della mala salentina: spaccio e gioco d'azzardo sono le sue principali attività, tenute in piedi grazie ad un piccolo gruppo di malviventi, tra cui spicca lo spietato Gianfranco. Presto la sua scalata è arrestata dalla polizia. In carcere conosce boss e malavitosi più grandi di lui che lo introducono nella "famiglia", una mafia di derivazione camorristica, la Sacra Corona Unita. I vecchi amici moriranno o spariranno, lui diventerà esponente di una nuova forma di organizzazione criminale presto travolta dalla reazione dello Stato.
Quella di Tonio Perrone è una storia vera, messa nero su bianco durante i 15 anni di isolamento in regime carcerario di 41 bis. Il titolo Fine pena mai è un riferimento ai 49 anni di reclusione a cui è stato condannato il suo protagonista ed alla certezza di dover vivere con il rimorso di non aver mantenuto la promessa fatta alla moglie Daniela ed al figlio Alessio: non lasciarli mai soli.
I registi Davide Barletti e Lorenzo Conte dimostrano di conoscere bene i canoni stilistici del cinema che ha raccontato la criminalità – Quei bravi ragazzi, ad esempio, a cui si richiama nel delineare la figura dei due criminali psicopatici che affiancano Tonio - adattandoli alla saga salentina di un giovane boss ambizioso. Inoltre, suggerito dal bravo protagonista Claudio Santamaria, è ovvio il richiamo a Romanzo Criminale: con il film di Placido è condivisa l'attenzione alle sfumature dei personaggi e l'indagine del perverso fascino che l'ambiente della mala ha su giovani disposti a tutto piuttosto che sugli aspetti "di azione" e sanguinari che il tema suggerirebbe.



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